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in Moda e feste

Tu come regali? Psicologia del dono

  • 7 Dicembre 2019
  • By Paola Pizza
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Tu come regali? Psicologia del dono

Ogni festa è una occasione per fare e ricevere doni. Quali sono i tuoi sentimenti quando fai un dono? Per alcuni regalare è un piacere, è l’emozioni di sentirsi uniti e in connessione con gli altri. Altri donano per controllare e dominare. Taluni ritengono i regali una seccatura o una fonte di stress. Altri si sentono dissanguati. E poi ci sono “i perfettini” e “le perfettine” che cercano il dono inappuntabile che non troveranno mai se non riscoprono il piacere, le emozioni e l’empatia.

Donare è lasciarsi andare alle emozioni

Il piacere di donare è legato alla capacità di vivere pienamente le emozioni e di godere delle relazioni affettive. Donare è sentirsi più uniti, indovinare il desiderio dell’altro, dare e ricevere attenzione. Cercare il regalo giusto, confezionarlo, pregustare il momento in cui verrà scartato, osservare le reazioni di chi lo riceve provoca normalmente gioia, felicità, appagamento e rafforza le relazioni interpersonali.

Chi ha le emozioni bloccate e scarsa fiducia negli altri, prova invece paura, irritazione, inquietudine, impotenza, stress. Nel fare doni e nel riceverli non prova nessun piacere, ma solo un senso del dovere, del baratto o un desiderio di controllo.

L’importanza della gratitudine

L’ emozione discriminante tra chi prova piacere nel fare regali e chi non lo prova, è la gratitudine. Si è grati perché si sente di aver ricevuto senza condizioni. Si ringrazia e si mantiene nel tempo un ricordo del dono e del suo significato.

Ma non tutti riescono ad esprimere la gratitudine. Per alcuni farlo è difficile. Pensano di avere diritto di prendere ciò che ricevono in dono, e non pronunciano quasi mai la parola grazie.

Il primo dono lo abbiamo ricevuto da nostra madre che ci ha nutrito con il suo latte. Invidia o gratitudine per questo dono? Sono due sentimenti che si strutturano in relazione al primo oggetto d’amore del bambino, la madre e il suo seno. La psicoanalista Melania Klein riteneva che la gratitudine fosse una esperienza determinante per la formazione del sé, la base della fiducia negli altri e in sé stessi, nonché l’elemento determinante dell’attenzione verso gli altri e del superamento dell’invidia. È da li che prende forma la nostra capacità di amare e donare.

Come afferma lo scrittore G.K. Chesterton, “La gratitudine è un parente stretto della felicità, e da origine ai momenti più intensi di gioia che un uomo possa vivere”.

Tu come regali? Il test

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I regali assertivi

Chi fa regali assertivi dona e riceve doni con piacere e li considera una forma di condivisione degli affetti. Ama dare e ricevere attenzione e gratitudine. Desidera che il regalo dica qualcosa di sé e lo sceglie per il suo valore affettivo e comunicativo e non per quello economico. È capace anche di piccoli pensieri affettuosi, indipendentemente dalle ricorrenze. Tiene conto dei desideri dell’altro e delle esperienze comuni e, nello stesso tempo, cerca di mettere la firma del proprio stile sulla scelta, optando per regali originali che mostrano una profonda condivisione. Esibisce con gioia i regali ricevuti come segno del legame con gli altri. Donare e ricevere regali è per lei/lui un modo di esprimere positività e calore. Usa il dono per gratificare e gratificarsi. Cura con attenzione la confezione dei pacchetti, che ritiene una parte importantissima del dono, e la personalizza con bigliettini significativi.

I regali aggressivi/ narcisistici

Chi fa regali aggressivi/narcisistici vive lo scambio di doni con fastidio e mette i propri obiettivi al centro di tutto. È affamata/o di ammirazione e riconoscimenti, ma nega di aver bisogno degli altri. Per questo non tollera ricevere doni e dover ringraziare, poiché non sopporta sentirsi dipendente dagli altri. È incapace di provare ed esprimere gratitudine. Quando fa regali mette in atto una seduzione manipolativa per assicurarsi l’attenzione. Nel fare doni si concentra sull’effetto che faranno. Cerca di dimostrare la propria potenza e di gratificare il proprio egocentrismo, e non pensa al destinatario e ai suoi gusti. Manca completamente di empatia e di attenzione all’altro. Per lui, o per lei, i regali non sono uno scambio affettivo, ma un modo per controllare gli altri o sottometterli. La confezione del dono deve essere perfetta e mostrare l’importanza del contenuto attraverso le dimensioni o l’ostentazione dei loghi.

I regali passivi

Chi fa regali passivi vive lo scambio di doni con disagio e stress e tende a lamentarsene. Fa regali perché si conforma alle consuetudini e alle norme sociali temendo il giudizio degli altri. Spesso decide di fare un regalo solo come risposta ad un dono ricevuto, oppure nelle ricorrenze in cui lo avverte come obbligo. È indecisa/indeciso sulla scelta e si sente in colpa se non riesce a trovare il regalo del giusto valore. Talvolta sceglie regali costosi come compensazione alla paura di non piacere. Spesso rimane delusa/o quando riceve i doni perché le sue aspettative sono molto alte, così come la paura di non essere abbastanza amata/o dagli altri. Non personalizza la confezione dei doni.

I regali sregolati/ eccessivi

Chi fa regali sregolati/eccessivi cerca di colmare un vuoto affettivo, e vuol farsi accettare. Usa i regali in modo prodigo ed esagerato come mezzo di comunicazione per avvicinare gli altri ed eliminare le distanze. Ha bisogno di consenso e di affetto e compensa con i regali la mancanza di realizzazione e successo. Usa i regali per mettersi al centro della scena e garantirsi attenzione, interesse e amore. Può fare regali di valore più alto da quello richiesto dal contesto, o in numero eccessivo. I suoi regali possono risultare imbarazzanti per chi li riceve, poiché potrebbe sentirsi invischiata/o in una rete affettiva e oggetto di aspettative troppo alte. Quando il bisogno di legame è frustrato da chi riceve i suoi regali, esprime delusione e amarezza. Ama più fare regali che riceverli.

I regali misurati/ controllati

Chi fa regali misurati/controllati è parsimoniosa/o e attento al denaro, non ama i doni e cerca accuratamente di evitarli. Non gradisce farli e neppure riceverli, per paura di essere obbligata/o a ricambiare, e per la difficoltà nella gestione degli affetti. Non prova gratitudine nei confronti degli altri quando riceve regali. In generale non ama separarsi dagli oggetti, rifugge dagli affetti e dal coinvolgimento ed è concentrata/o sul controllo. Quando è costretta/o a fare regali cerca oggetti utili e non personali, senza nessun contenuto affettivo. Fa regali con il bilancino spesso banali e scontati. Si dimentica delle ricorrenze. Pur di non doversi misurare con l’empatia necessaria a scegliere un regalo può chiedere direttamente al destinatario di cosa ha bisogno, o sostituire il regalo con una busta contenente denaro. Il suo rapporto con il piacere è spesso difficile. Non si preoccupa della confezione del pacchetto, che ritiene superflua.

Vuoi saperne di più?

Sui regali leggi anche il post Il linguaggio dei regali

Ho parlato di Psicologia dei regali in TV

Ho parlato del valore simbolico dei regali su Tv Cusano Italia (il canale tv dell’università Niccolò Cusano rispondendo alle domande della conduttrice Annalisa Colavito. Trovi la mia intervista al minuto 17,27 (dopo l’antropologo)

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By Paola Pizza, 7 Dicembre 2019 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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