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Emozionarsi con la moda

  • 30 Agosto 2020
  • By Paola Pizza
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Emozionarsi con la moda

Emozionarsi con la moda è facile se la si ama. Ti è mai capitato di innamorarti di un abito a prima vista, pensando questo è fatto apposta per me? Oppure di lasciarti andare alla gioia sentendo un tessuto frusciare sul tuo corpo o calzando fantastiche scarpe? Magari ti è capitato di rimanere sorpresa vedendo come può trasformarti un cappello originale? O di lasciarti andare ad aspettative rosee immaginandoti con un abito indosso? O di sentire che i tuoi occhi stanno sorridendo mentre guardi estasiata la sfilata di uno stilista che ammiri?

Se queste situazioni ti sono familiari sai quanto sono importanti le emozioni nel rapporto con la moda. E devo dirti che sono basilari anche quando il tuo rapporto con la moda e con il tuo corpo non sono buoni. È allora che emergono il timore di non piacere, la paura di non essere accettate, la vergogna per il corpo sentito come non adeguato ai modelli dominanti. La rabbia o l’invidia per ciò che percepiamo come distante da noi e irraggiungibile sono emozioni che ci fanno soffrire.

Emozionarsi con la moda: le spiegazioni psicologiche

Emozionarsi con la moda è facile, ma perché succede?

Lo psicoanalista Wilfred Bion, attribuiva alle emozioni lo stesso ruolo di motore del funzionamento mentale, che Freud assegnava alla sessualità. Accanto ad un corpo che ha delle caratteristiche fisiche, abbiamo anche un corpo emozionale che comunica e svela quello che proviamo. Gli abiti, gli accessori e soprattutto i colori sono un modo fantastico per esprimere le nostre emozioni, sia agli altri che a noi stessi.

Il piacere e il dolore, e l’esperienza che ne abbiamo fatto fin dall’infanzia, determinano le nostre emozioni e influenzano i nostri pensieri, i nostri atteggiamenti e i nostri comportamenti verso la moda. Il piacere è fondamentale per poter provare emozioni positive e dipende dal nostro stato d’animo, dal contesto, e dalla congruenza tra il nostro umore e quello degli altri. È anche vero che al piacere bisogna lasciarsi andare, perché ha una forte componente inconscia e quindi non controllabile.

Alcune persone non riconoscono le proprie emozioni e le negano, ma così facendo rifiutano una parte importante di sé stessi e si nascondono dietro una maschera. Gli abiti in questo caso diventano come una corazza che nasconde e difende dagli altri, imbrigliando il vero sé. Naturalmente negare una emozione non vuol dire farla sparire, perché i sentimenti rimangono al loro posto, seppelliti dai sensi di colpa. Spesso le emozioni rifiutate si trasformano nella comunicazione di emozioni parassite, ritenute più accettabili (come la persona che sorride, ma che in realtà sta soffrendo), o vanno a scaricarsi sul corpo producendo malattie psicosomatiche.

Quando ci comportiamo così per gli altri è difficile capire cosa pensiamo e cosa proviamo, ed è molto più complicato anche riuscire a raggiungere gli obiettivi interpersonali.

Comunicare le emozioni

Se vogliamo aumentare il nostro benessere e la nostra capacità espressiva dobbiamo imparare allora  a comunicare le emozioni con le parole, e anche con l’ aspetto esteriore, attraverso l’uso dei colori, degli abiti, degli accessori, degli abbinamenti.

L’etimologia della parola emozione è da ricondurre al latino émovere, letteralmente portare fuori, smuovere, scuotere, agitare, provare quindi una vibrazione dell’anima.

E tu sai far vibrare il tuo corpo di emozioni quando ti vesti?

La vergogna e la vanità

Emozionarsi con la moda, non è sempre sinonimo di emozioni positive. Per alcuni il rapporto coi il proprio corpo e con gli abiti e gli accessori che lo rivestono come una seconda pelle, è caratterizzato da emozioni concettuali come il senso di colpa, di vergogna e di vanità, nelle quali il giudizio si unisce ad un sentimento.

Il senso di colpa trova origine nell’infanzia da un giudizio morale negativo su una funzione del corpo che non è sotto il controllo cosciente, e dalla sensazione di non essere amati unita alla paura di non meritare l’amore. Più forti sono i sensi di colpa, meno spazio ci sarà per le emozioni positive e per il piacere.

Alcuni si sentono in colpa per non essere belli, eleganti, di successo, alla moda, non essendo riusciti a rispettare la serie infinita di “dovresti e non dovresti” che trovano sul loro cammino.

Il senso di vergogna è spesso in rapporto ai modelli estetici socialmente dominanti. Ci si vergogna quando si teme che il proprio corpo o il proprio comportamento vengano giudicati come inferiori, perdenti, esclusi, o quando il proprio abbigliamento non corrisponde alle mode del momento o agli imperativi sociali. Ad esempio, non si è abbastanza giovani e tonici, non si ha abbastanza successo, non si indossano i capi considerati trendy dal proprio gruppo o quelli percepiti come espressione di successo. Più forte è la vergogna, più difficile è accettarsi e volersi bene. Gli abiti, gli accessori e i colori sono scelti più per coprire e camuffare che per valorizzarsi, con la tendenza a rifugiarsi nella praticità.

Quando dalla vergogna si passa alla vanità

Talvolta è il senso di vergogna a creare il suo opposto, la vanità, che spinge ad esibirsi dopo aver eliminato le parti di sé che facevano vergognare. Dato che, con molta fatica, il proprio corpo è diventato simile ai modelli di bellezza imperanti, si tende a metterlo in mostra e a esibirlo. La valutazione di sé, in questo caso, è centrata sulla capacità di attrarre lo sguardo degli altri. Gli abiti sono scelti proprio con questo obiettivo, sono succinti (come un costume brasiliano!), super aderenti, trasparenti, provocatori e molto estrosi

Emozionarsi con la moda. E tu che emozioni provi?

Per cambiare e valorizzarsi è importante fare ricorso al piacere e alle emozioni positive con un approccio creativo al miglioramento della nostra immagine che parte dal sé e gioca con la moda.

Spesso è necessario trovare Il coraggio di piacersi!

Il nostro desiderio di apparire migliori (più desiderabili, più vincenti, più seducenti, più popolari, più potenti, più sicuri, più determinati, più amati, più apprezzati) ci porta a provare emozioni e sentimenti positivi come gioia, ottimismo, accettazione, amore, nei confronti di abiti e accessori che ci aiutano nel perseguimento dei nostri obiettivi e a migliorare il rapporto con il nostro corpo. Nello stesso modo, quando la realtà ostacola la realizzazione dei nostri desideri, e avvertiamo una distanza tra come siamo e come vorremo essere, sperimentiamo emozioni negative come rabbia, delusione, tristezza, paura.

Emozionarsi con la moda: Le emozioni secondo la ruota di Plutchik

Prova a riconoscere le tue emozioni osservando questa figura, dove le emozioni sono disposte idealmente su due cerchi, secondo il modello di Plutchik. Nel cerchio interno ci sono le emozioni di base, nel cerchio esterno ci sono le emozioni secondarie originate da coppie di emozioni di base.

Ognuna di queste emozioni ha una relazione con il nostro corpo e con gli abiti e gli accessori che lo rivestono come una seconda pelle. Nei fumetti azzurri ho indicato quelle che ritengo preponderanti. Tu quale provi?

Gli abiti e i colori come regolatori di emozioni

Per controllare l’espressione emotiva con la moda possiamo usare diversi modi (in base a ciò che lo psicologo Ekman  ha individuato nei studi sulle emozioni). Abiti, accessori e colori possono servire a intensificarle o deintensificarle oppure a  neutralizzarle,  o anche a dissimularle e mascherarle.

Indossare un nuovo paio di scarpe appena acquistate può incrementare la gioia per un successo raggiunto. Un semplice tubino molto minimal può servire a minimizzare l’aspettativa per un nuovo incontro. La scelta di una tuta sportiva ad un appuntamento galante può ostentare indifferenza e distacco. Quella di un abbigliamento o di accessori molto aggressivi può mascherare insicurezza sociale.

Vuoi saperne di più su questo argomento?

Leggi anche il post che parla del mio libro Il coraggio di piacersi. Una guida psicologica per riscoprire la propria bellezza con esercizi e suggerimenti pratici. Clicca qui

Vuoi conoscere tutte le dimensioni psicologiche della bellezza? Clicca qui per leggere il post Psicologia della bellezza

Quando un abito cambia l’umore

L’abito giusto può cambiare il tuo umore. Ho parlato della relazione tra abbigliamento e emozioni con Annalisa Misceo su Ok Salute (Maggio 2022). Clicca qui per leggere l’articolo

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By Paola Pizza, 30 Agosto 2020 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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