Parliamo di psicologia dell’acquisto vintage. Ami il trend rétro? Rimani incantata dalle fiere vintage e da tutto ciò che viene da epoche passate?
In questo post potrai scoprire le dinamiche psicologiche che portano ad amare il vintage, e i suoi significati nascosti. Cosa rende speciale l’esperienza di acquisto vintage?
Il vintage è diventato tremendamente di moda. Vediamo abiti e accessori vintage indossati da attrici sui red carpet, e esibiti con maestria dalle influencer. Ciò che prima era considerato vecchio, adesso è squisitamente cool, e lo stile rétro è diventato per molti una vera e propria passione.
Quali sono i pensieri e le emozioni che portano a desiderare un capo del passato? Cosa induce ad andare per mercatini, fiere del vintage o negozi specializzati? Spesso la molla è la ricerca di un pezzo unico al quale viene attribuito il potere di fare la differenza nel proprio look. Indubbiamente dietro l’acquisto vintage c’è una certa insofferenza verso l’omologazione, e c’è anche la ricerca del capo o dell’accessorio perfetto capace di esprimere qualcosa in più rispetto alla moda attuale. La psicologia dell’acquisto vintage esprime, in generale, un desiderio di unicità e di particolarità.
Le dimensioni che caratterizzano la passione per il vintage sono 6: avventura, viaggio, identità, emozioni, autenticità, unicità. Quale dimensione prevale nel tuo rapporto con il vintage? Clicca qui per fare il test e scoprire il tuo profilo vintage.
Andare alla ricerca di un oggetto particolare nei mercatini, fiere o aste, è eccitante come una caccia al tesoro. Non si sa mai cosa si troverà. Si può scovare qualcosa di inaspettato, fuori dall’ordinario, curioso. L’avventura è di per sé attraente e piena di fascino ed è arricchita dal gusto della scoperta e dalla ricerca creativa. Per trovare ciò che si vuole, è necessario impegnarsi, e più è difficile la ricerca, più è grande la soddisfazione ricavata. La caratteristica principale di questa dimensione è un forte desiderio di esplorazione che simboleggia la sessualità. Accanto al desiderio di eccitazione e stimolazione, compare il bisogno di perfezione e di mettersi alla prova. Attraverso un oggetto unico conquistato con la propria tenacia e abilità, si può, infatti, mostrare il proprio valore.
La ricerca di un capo vintage è per alcuni come un viaggio nel tempo che dà la possibilità di ripetere esperienze uniche di periodi passati, ritenuti migliori e più affascinanti del presente. Il viaggio nel tempo permette di evitare ciò che non piace nella moda e nello stile di vita attuale, e di trovare nel passato, soluzioni efficaci. La fascinazione per epoche passate fornisce una via di fuga dalla situazione attuale. Il vintage permette di sperimentare una vita diversa e desiderata attraverso capi di abbigliamento e accessori che svolgono una funzione rassicurante e compensatoria e soddisfano il desiderio di sentirsi altrove.
Il vintage è anche un viaggio alla ricerca dell’identità. La scoperta di un capo indossato da qualcuno nel passato risveglia la curiosità sulla sua storia. Chi era? Com’era la sua vita? Che esperienze ha vissuto quando indossava questo abito o questo accessorio? Le fantasie sull’altro, sono una proiezione di parti del sé. Sentirsi in contatto con chi lo ha indossato, permette, come in uno psicodramma, di attualizzare desideri, obiettivi e ruoli desiderati. È come indossare l’identità desiderata.
Inoltre, esibire un oggetto particolare e unico, individuato con tenacia e perseveranza in mezzo a pile di altri capi, contribuisce a far crescere l’autostima. Trovare un pezzo speciale è un modo per garantirsi l’ammirazione degli altri, e sentirsi più competenti e sofisticati.
I capi vintage esprimono inoltre una ricerca nostalgica di emozioni e sentimenti. Un abito nuovo, appena comprato, non ha ancora una storia e siamo noi ad attribuirgli significati attraverso un processo di transfert. Un abito vintage contiene invece già una storia e un vissuto che ci precede. Qualcuno lo ha indossato nel passato ed è stato felice o infelice, amato o tradito, vincente o perdente. La storia immaginata fornisce sensazioni e stimoli che risvegliano la curiosità e il desiderio di essere in un altro luogo, in un altro tempo e in un’altra vita per provare emozioni forti, carenti nel presente. Bianca Turetsky, nel romanzo The Time Traveling Fashionista, racconta la storia di Louise Lambert che indossando capi vintage viene trasportata nella vita e nel tempo del proprietario originale, sentendosi in contatto con la sua storia.
Nei capi del passato si cerca qualità, artigianalità, autenticità: la garanzia di un pregio che passa dall’oggetto alla persona, fornendo una sorta di attestato di valore. Si aspira alla perfezione di oggetti percepiti senza vizi o difetti, e con una qualità perfezionata nel tempo. Frase emblematica: “oggi non si fanno più le cose come una volta“. Gli oggetti vintage simbolizzano la verità e la sincerità, mettendo al riparo dalla falsificazione e dal pericolo di imitazione. In questo modo chi li indossa sente di mostrare una identità autentica.
Chi desidera non avere eguali ed essere unico nel suo genere, trova nel vintage un alleato prezioso. I capi vintage, proprio perché particolari e percepiti con fascino e qualità superiori ai capi attuali, permettono di trasformare l’estetica in valore. Averli scovati e indossarli, differenzia dalla massa che segue le mode ed è concentrata sull’oggi. Ogni capo, ogni accessorio porta con sé i tratti iconici di un periodo della moda e della società, ed ha un valore acquisito nel tempo che lo rende irripetibile e inimitabile. Il vintage permette perciò di comunicare originalità, eccentricità e sofisticatezza, e la sicurezza di chi sfida le convenzioni.
Ho parlato di Psicologia dell’acquisto vintage con Ilaria Perrotta su: Starbene di dicembre 2022 e su Gente del 3 giugno 2022
Clicca qui per leggere la mia intervista nell’articolo di Silvia Calvi Perchè ci piace il vintage, su Casa Facile di settembre 2018
Sull’argomento shopping puoi leggere anche i post Psicologia dello shopping e Shopping experience- Comprare emozioni
Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.
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