Cosa ci ha insegnato Iris Apfel sulla moda? Oltre che essere un’icona di moda per me è stata anche il modello di un rapporto libero, assertivo, positivo con la moda. Autentica e fedele a sé stessa, con il suo stile ha reso evidenti 6 pilastri della psicologia della moda:
“Non sono bella e non lo sarò mai. Ma non importa. Possiedo qualcosa di molto meglio. Lo stile”. Questa frase che ho citato nel mio libro Il coraggio di piacersi, e che sempre ripropongo nei miei corsi, evidenzia un punto cardine della psicologia della moda: l’importanza di avere consapevolezza di sé e del proprio valore e di trasformare questa cognizione in abiti e accessori da indossare. Ognuno di noi è un’opera d’arte unica e particolare. Anziché uniformarsi e cercare di essere uguale agli altri, ponendosi modelli di perfezione difficili da raggiungere, è preferibile cercare di esprime la propria identità personale. Ciò che è solo nostro, che ci rende unici, riconoscibili, ricordabili.
La moda non è seguire le regole dei “si può” e “non si può”, non è cercare il controllo sul proprio corpo e sulla propria immagine, non è inseguire la perfezione cercando di emulare modelli irraggiungibili. Meglio allentare il dominio del Super io e dare spazio al piacere. Cosa ci ha insegnato Iris Apfel sulla moda? Che è più importante essere felici (con un abito, un accessorio, un colore) che non ben vestiti.
Con il suo esempio ha reso evidente che si possono ribaltare i pregiudizi estetici, se si ha coraggio. Fino al suo 102esimo compleanno ci ha mostrato l’immagine colorata, sopra le righe, ironica di una persona che si piace indipendentemente dalle rughe e dagli anni. Che non si preoccupa del giudizio degli altri. Che si sa rendere visibile e unica ad una età in cui normalmente le donne si mettono nell’ombra, in abiti comodi, informi e senza colore, come se non avessero più un corpo. La sua capacità di usare i colori e di abbinarli senza paura ha contribuito a renderla un’icona. Come diceva anche Coco Chanel «Non c’è nulla che invecchi una donna quanto il tentativo di sembrare giovane, ma si può essere irresistibili a qualsiasi età”.
Un abito, un colore, un abbinamento, un accessorio deve essere in grado di emozionarci. Di stimolare emozioni positive. Di farci provare gioia e felicità, indipendentemente da quanto siamo giovani, magre/magri, alte/alti. La vergogna, il senso di colpa, l’invidia non ci fanno stare bene e hanno un influsso negativo sulla nostra autostima. È importante, allora, avere uno stile che ci faccia sorridere e ci renda soddisfatte e felici ogni volta che ci osserviamo. L’importante è piacersi, non piacere agli altri.
Con i suoi look stravaganti e sopra le righe, ha dettato la moda, più che seguire le tendenze, andando oltre gli schemi dello stile e dell’eleganza. Rossetto rosso, grandi occhiali neri, chili di collane e bracciali, capelli bianchi corti, uno stile basato sull’eccesso divertente e gioioso: “more is more & less is a bore” (più è più e meno è noioso). Era capace di mixare modelli di stilisti famosi, o emergenti, capi scovati in mercatini vintage, con abiti di prezzi accessibili come i modelli di & Other Stories.
“Osare e sperimentare non nuoce mai – ha affermato più volte con il suo esempio e scritto nella sua autobiografia Icona per caso. Riflessioni di una star della terza età (Harper&Collins) – se sbagliate va bene uguale, sono solo vestiti. Non verrà la polizia della moda per sbattervi in galera”
Fin da bambina sceglieva i suoi abiti e cercava in mercatini capi originali da mixare. Come aveva imparato da sua madre che Iris definiva “una sciamana del guardaroba” sapeva fare magie con tessuti, colori, accessori e trasformandoli nell’immagine visiva della sua identità e della sua personalità. La sua passione della moda è testimoniata anche dalla sua raccolta di abiti di grandi stilisti raccolta in due piani del suo appartamento (a questi abiti è stata dedicata nel 2005 una retrospettiva al Metropolitan Museum di New York).
Vuoi saperne di più sulla vita di Iris Apfel? Dal lavoro con il marito imprenditore tessile con cui creò un’azienda di riproduzione di tessuti e stoffe antiche (Old World Weavers), al suo lavoro come arredatrice della Casa Bianca con nove presidenti, al rossetto creato per Mac Cosmetics, allo spot pubblicitario per la DS3 a quello per il gelato Magnum Algida dove racconta la sua vita con il claim #NeverStopPlaying, o della bambola Barbie che la rappresenta, o del suo contratto come modella per la Img Models firmato a 97 anni. Clicca qui per leggere l’articolo su Milano Finanza
Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.
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