La psicologia del profumo ci svela i significati profondi del rapporto con le fragranze. Il profumo che scegli ti veste come un abito e contribuisce a completare la definizione della tua identità. Dopo aver scelto abiti, accessori, colori, trucco e pettinatura, il profumo arricchisce la tua comunicazione con una nota olfattiva che ti fa ricordare.
Gli odori, infatti, trasmettono informazioni che si ricordano più delle immagini e hanno un forte potere evocativo. Un aroma ci fa o pensare ad una persona anche in sua assenza o ad un luogo anche se siamo lontani. Il naso è talvolta la via della memoria.
La psicologia del profumo considera gli odori come un linguaggio non verbale attraverso il quale vengono acquisite informazioni. Queste informazioni vengono elaborate dal cervello e influenzano (tal volta in modo inconsapevole) le azioni. Così un profumo può darci gioia, serenità, sicurezza, perché attiva ricordi positivi. Ma un aroma può anche provocare tristezza o fastidio quando è associato a ricordi spiacevoli. I profumi incidono quindi sulle emozioni, sui comportamenti, sui pensieri, sulle motivazioni e coinvolgono le relazioni interpersonali, l’attrazione e la sessualità.
Annusare un profumo è un vero e proprio atto di conoscenza. «L’odore -scrive Calvino – (nel racconto Il nome, il naso, contenuto nel volume Il sole giaguaro) subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere, non ci sono parole né notizie più precise di quelle che riceve il naso».
Tra i cinque sensi l’olfatto è il più emotivo e il meno controllabile razionalmente ed è il senso che attiva ricordi più persistenti.
Sul piano inconscio, il naso, con il quale percepiamo gli odori, rappresenta un simbolo erotico ed evoca sia il pene che la vagina.
Altro tema importante della psicologia del profumo è l’odore personale che ci caratterizza. Anche se non sempre ne siamo consapevoli, le ricerche dimostrano che le persone con un buon odorato (i fumatori non sono tra questi!) sono in grado di riconoscere il proprio odore. Possiamo dire quindi che ognuno di noi lascia nello spazio una “firma chimica assolutamente unica” come scrive Rosalia Cavalieri ne Il naso intelligente. Molti di noi modificano questo odore con le fragranze preferite, sostituendo la loro “firma chimica” con una firma profumata e griffata che li riveste come un abito definendone l’identità.
Gli odori sono importanti nelle relazioni interpersonali e ci aiutano a riconoscere gli altri e a stabilire la distanza, facendoci avvicinare a coloro che ci attraggono per il loro odore corporeo e allontanare da quelli di cui avversiamo la firma chimica o profumata.
L’importanza degli odori ha origine nei primi momenti della nostra vita: la prima relazione tra madre e bambino è infatti affidato al naso. L’odore di nostra madre, del suo seno e del latte è stato il nostro primo legame con il mondo esterno e la nostra prima forma di comunicazione. Molte madri riescono a riconoscere il loro bambino dall’odore con un imprinting che probabilmente si verifica molto precocemente.
Parlare di psicologia del profumo vuol dire soprattutto parlare di emozioni. Quando sentiamo un profumo abbiamo sia una reazione cognitiva che una emotiva, ma poiché l’odore attiva l’emisfero destro del cervello, le emozioni sono preponderanti sui pensieri.
Quando sentiamo un profumo lo valutiamo in termini di gradevolezza e di sgradevolezza. Sentirlo provoca piacere o dispiacere e attiva uno stato affettivo associato sia alle esperienze vissute che ai ricordi: può affascinarci, deliziarci, intenerirci, renderci felici oppure disgustarci, intristirci, impaurirci. Le emozioni provate odorando un profumo, orientano le nostre scelte e i nostri atteggiamenti facendoci avvicinare o allontanare dalla persona o dall’oggetto che lo emanano. I profumi, quindi, contribuiscono a influenzare l’umore e a orientare le relazioni.
Ciò è dovuto al fatto che i profumi penetrano direttamente nel nostro cervello attraverso il naso, e raggiungono l’amigdala e l’ippocampo (strutture del sistema limbico connesse alla corteccia olfattiva) evocando emozioni intense (gioia, aspettativa, sorpresa, accettazione, paura, tristezza, disgusto, ma anche amore, ottimismo, aggressività, delusione).
Si definisce effetto Proust la relazione tra ricordi, emozioni e profumi proprio perché Marcel Proust ha descritto perfettamente questa alchimia in un suo romanzo:
Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè (…) E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto di madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? (…) All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio.
Marcel Proust, Dalla parte di Swann
Patrick Süskind, nel suo romanzo Il profumo (1985), scrive che «il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà».
Cosa racconta il profumo di noi? Quali sono le dinamiche psicologiche che secondo la psicologia del profumo ci guidano nella scelta? Ne ho individuate 5: Unicità, Fascino, Desiderio di amore, Appartenenza, Giocosità.
Chi ha uno spiccato desiderio di unicità sceglie il profumo per definire la propria identità di persona originale e diversa dagli altri. Sceglie con cura la fragranza che meglio esprime il proprio valore e rifugge dalle fragranze troppo diffuse per non rischiare di essere confusa/confuso con gli altri. La sua identità prevalente è quella individuale che caratterizza per ruolo, competenze e abilità.
Nella scelta delle note olfattive delle fragranze si lascia guidare dalla competenza sociale e dal desiderio di comunicare fascino, prestigio, eleganza e raffinatezza. Il profumo rappresenta una forma di esibizione del proprio valore e la sua scelta è guidata dal codice affettivo paterno che prescrive azioni volte al successo e alla realizzazione per spiccare sugli altri ed essere ammirati per la propria unicità e le proprie prestazioni. Quando si segue questa dinamica psicologica il profumo, sia per le sue note, che per la sua intensità e per il suo brand, è un segno di competenza, di distinzione, di potere e di affermazione. Non ha bisogno di imporsi sugli altri odori, ma di farsi riconoscere come un segno distintivo.
Permolte persone è il desiderio di fascino a determinare la scelta del profumo. Dal profumo si aspettano un alone di magia che incrementi la seduzione. A livello inconscio prevale il codice affettivo sessuale che porta a scegliere le fragranze per attrarre e ammaliare.
Quando la dinamica è legata al desiderio di fascinazione, il profumo viene associato nell’immaginario con figure erotemiche sia maschili che femminili (ampiamente usate anche nella pubblicità). Il profumo può essere scelto anche come forma di competizione, per eccellere sugli altri e mostrare il proprio potere di conquista. In questo caso è scelto per esprimere forza, dominio e aggressività.
Le fragranze preferite sono quelle persistenti, calde e avvolgenti, presentate dalla pubblicità per il loro contenuto erotico, vissute come reti sensuali nelle quali avvolgere gli altri per avvicinarli a sé. Il profumo è un mezzo per rendersi più interessanti e irresistibili.
La maggior parte della pubblicità dei profumi fa leva sulla dinamica seduttiva e sulla sessualità, anche se questa non è certamente l’unica motivazione che guida all’acquisto di un profumo. I profumi indubbiamente influiscono sul desiderio e sulle attività sessuali, così come la modifica dell’equilibrio ormonale cambia la percezione degli odori (si parla in questo caso di una alleanza naso-genitale)
Una buona parte di persone scelgono il profumo per sentirsi puliti, freschi, sani e attraenti. Sul piano inconscio a prevalere è il codice affettivo materno che esprime una bellezza come dono della madre.
È nostra madre infatti che nell’infanzia ci ha reso belli accudendo il nostro corpo bambino, lavandolo e profumandolo con cura. Quando prevale questa dinamica il profumo evoca figure parentali protettive e ci tutela dalle paure di bruttezza, di sgradevolezza e di sporcizia. I profumi sono perciò scelti per valorizzarsi, migliorarsi e farsi voler bene, per cercare una bellezza appagante e prendersi cura del proprio corpo (coprendone i difetti e mostrandone i pregi).
Le fragranze preferite sono quelle fresche e semplici che ricordano il talco e la vaniglia (odore del latte materno) con un profumo leggero e non molto intenso. Vengono preferiti tutti i profumi che evocano ricordi dell’infanzia.
Per alcuni la scelta del profumo è guidata dal desiderio di uniformarsi e confondersi nel gruppo avendo lo stesso odore degli altri. A prevalere sul piano profondo è il codice affettivo dei fratelli che privilegia la cooperazione e l’unione (e talvolta anche la competizione).
Alcuni scelgono il profumo solo perché è di moda, diffuso e desiderato da molti. Lo scelgono suggestionati dalla pubblicità per esprimere la loro appartenenza ad un gruppo. Scelgono il profumo per esprimere la loro identità sociale e sentirsi uguali a chi segue le mode e le tendenze, o preferiscono quello indossato dalle influencer per apparire simili a loro e vincenti. Le fragranze preferite sono le più vendute del momento e le più pubblicizzate.
Alcuni scelgono il profumo per essere al centro della scena e giocare con la propria immagine esprimendo i diversi sé in un gioco ludico. Prevale il codice affettivo del bambino con la sua spontaneità, naturalezza e creatività. Le fragranze sono scelte per gli stimoli sensoriali ed estetici che propongono, quando il loro messaggio olfattivo e comunicativo è insolito, e talvolta anche quando ad essere inconsueta è la loro confezione.
A guidare nella scelta sono la fantasia, l’allegria e talvolta anche lo scherzo, portando a preferire fragranze innovative o che alludono a luoghi interessanti e coinvolgenti, ma anche eccessive e trasgressive.
Chi gioca con le essenze spesso è un consumatore eclettico e le cambia come si cambia abito. Può scegliere i profumi anche per giocare con l’identità di genere.
Ti piacerebbe trovare in un profumo l’aroma di caffè, di cioccolata, di cognac o di vaniglia? Scopri i profumi gourmand, “un buffet di dolcezze pralinate, tocchi golosi e maliziosi che accendono un pizzico di trasgressione” nell’articolo di Monica Melotti su Vogue.it
Ciao, sono Paola Pizza,
psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.
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