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Moda liquida?

  • 11 Gennaio 2017
  • By Paola Pizza
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Moda liquida?

La moda è liquida? Quali sono i legami tra il fenomeno moda e la graffiante analisi sociale del grande filosofo e sociologo Zygmunt Bauman, teorico della società liquida, scomparso in questi giorni?

Per definire il concetto di modernità liquida, Bauman usava la metafora dei pesci nel mare: come pesci viviamo in una società che ha perso la dimensione solida, per farsi leggera, mobile, fluida. Anche la moda è leggera, morbida e fluida, è la sua caratteristica più bella.

Le parole chiave sono: desideri, felicità, autoaffermazione, velocità. Parole che ritroviamo anche nella moda come progetto onirico, con i suoi sogni e le sue brame, nella sua capacità di comunicare agli altri chi siamo attraverso la scelta di uno stile, negli abiti e negli accessori che ci fanno sentire speciali e soddisfatti, così come nel cambiamento continuo e costante, insito nella moda, che ci permette di reinventarci e di cambiare identità.

Per Bauman consumare è investire sulla propria appartenenza alla società. Niente è meglio che la moda per tracciare e oltrepassare i confini tra individualità e gruppalità. Compriamo moda per sentirci unici, speciali e diversi dagli altri e nello stesso tempo per sentirci appartenenti ad un gruppo e dialogare con gli altri. Gli oggetti che possediamo e che esibiamo nella vita reale o sui social ci fanno sentire migliori o uguali agli altri.

La seduzione del mercato

Per dirla con Bauman, la seduzione della moda è la continua  creazione di desideri, ma anche la costante pressione ad essere diversi e migliori. Ciò dà al consumatore la sensazione di non essere mai pienamente soddisfatto. Per ogni desiderio soddisfatto, eccone uno nuovo pronto a presentarsi. Non c’è cambio di stagione in cui non desideriamo di sentirci diversi. Non c’è acquisto che non ci faccia venire il desiderio di un altro acquisto (come starebbero bene quelle ballerine con questi pantaloni! Dovrei trovare un cardigan per usarli anche in versione sportiva!).

Gli oggetti moda determinano ormai un vero e proprio stile di vita, e sono condizione di felicità e di autostima. Possedere gli oggetti giusti ci aiuta a sentirci realizzati e appartenenti ad un gruppo di successo.

La cultura dell’adesso

Il possesso è sempre più legato alla cultura del qui ed ora. Desideriamo un capo e vogliamo averlo subito, senza rimandare. La soddisfazione è adesso e non tolleriamo aspettare. Bauman parla di tempo puntinista. I pittori puntinisti disegnano un panorama attraverso punti di colore accostati tra loro, e lasciano alla retina dell’osservatore il compito di ricomporre l’insieme. I nostri acquisti di moda sono come punti che compongono il quadro di insieme della nostra identità. Ogni esperienza di acquisto è importante, e gli attimi sono eterni, soprattutto se li immortaliamo e li condividiamo su Istagram.

Moda liquida: la cultura dell’adesso

La sindrome consumistica

La sindrome consumistica porta a rimanere sempre in movimento seguendo la logica : velocità eccesso –  scarico. Nuovi abiti e accessori, nuove avventure, nuove sensazioni, nuove shopping experience.

La città di Leonia (raccontata da Italo Calvino, ne Le città invisibili) “rifà se stessa ogni giorno” attraverso oggetti sempre nuovi, e misura la sua opulenza in base a ciò che ogni giorno butta via per far posto al nuovo.

Noi  acquistiamo in fretta cose nuove e ci liberiamo di quelle vecchie. Per poter fare nuovi acquisti c’è bisogno di spazio nell’armadio!

Come a Leonia, non si sa se dia più piacere il possesso di cose nuove o l’eliminazione di quelle vecchie, che permette di allontanare da se ciò che non piace più e di “mondarci di una ricorrente impurità”.

Moda liquida: dalla società dei produttori a quella dei consumatori

Da una società che Bauman definisce dei produttori, basata sul principio di realtà, si è passati ad una società dei consumatori, basata sul principio del piacere.

Nel passato la società prevaleva sull’individuo, gli acquisti erano progettati rinviando al futuro la gratificazione, i principali valori erano universali e sovraindividuali , i prodotti durevoli .

Nella società del consumo liquido moderna , gli oggetti  moda soddisfano desideri, il prezzo è in relazione al valore percepito, alle attese e all’intensità emozionale e c’è una ricerca continua del piacere e della felicità come autoaffermazione.  Si ricerca una gratificazione immediata e senza attese e i desideri sono in continua crescita.  La felicità e l’autoaffermazione sono valori condivisi. I prodotti sono scelti per mantenere e conquistare una  reputazione sociale e la novità e il contenuto moda sono anteposti alla durata.

Moda liquida: essere sempre un passo avanti

L’obiettivo del possesso degli oggetti è risaltare dalla massa, assumere una identità originale, essere osservati e guardati, catturare lo sguardo degli altri, diventare famoso-visto-notato, oggetto di conversazione e desiderio altrui.

L’importante è essere sempre un passo avanti nello sfoggiare i simboli che ci rendono simili ai personaggi che ammiriamo, in una ricerca continua di riconoscimento, inclusione, accettazione, visibilità.

Nella nostra società il valore supremo è il diritto alla felicità, che raggiungiamo attraverso la soddisfazione dei desideri, la loro quantità e intensità emozionale. Non basta possedere dei bei capi, ma occorrono anche esperienze di acquisto coinvolgenti e stimolanti da ricordare.

Sì la moda è liquida!

Sì la moda è liquida, e ci piace così. Ci rende felici, ci permette di esprimere chi siamo, esalta il principio del piacere, ci permette di cambiare la nostra identità. Esprime la nostra individualità, ma anche il nostro bisogno di appartenenza sociale. È mutevole, leggera e fluida, e cambia con noi permettendoci di aumentare il nostro valore.

Per saperne di più sull’argomento della psicologia dei consumi leggi anche i post:

Lusso emozionale

Psicologia dello shopping

Leggere Bauman è un’esperienza stimolante, ci mostra l’altra faccia dell’ovvio e la profondità che sta dietro i comportamenti quotidiani. Se vuoi saperne di più sul pensiero di questo intellettuale visionario e prolifico, puoi leggere tra i tanti suoi libri:

Zygmunt Bauman, Consumo dunque sono, Bari: Laterza, 2007
Zygmunt Bauman, Homo consumens, Trento: Erickson, 2007

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By Paola Pizza, 11 Gennaio 2017 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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